L'edizione del 2017
Folkest
Un quarto di secolo è trascorso da quando per la prima volta la piazza centrale di Capodistria ha fatto da cornice ai concerti di Folkest. Qui, e successivamente in Piazza Carpaccio, presso le Comunità degli Italiani di Capodistria e Crevatini, presso il Lapidario del Museo di Capodistria, nonché alcune puntate in piazza a Verteneglio ed in Piazza Marconi a Muggia, è passata tantissima musica di stampo tradizionale, nel senso più genuino del termine. La varietà degli artisti è stata veramente ampia ed eterogenea, comprensiva di progetti di alto profilo culturale.
Giovedì, 29 giugno, alle 21,30, presso l'estivo della locale CI concerto di Pietro Sabatini & Co. Già con i Whisky Trail, la band fiorentina che per prima ha traghettato in Italia la tradizione irish-folk, quando ancora non era diventata una moda, Sabatini ha alle spalle una lunghissima carriera, ma è arrivato solo di recente a presentarsi come solista: un vero cantautore. L’ha fatto dapprima in lingua inglese, abbandonando gighe e reels, per lasciare il posto a ballate di buona ispirazione melodica, tra sonorità inglesi e anglo americane, con testi semplici, come da tradizione folk, ma ben curati, melodie dolci, atmosfere passionali e appassionate. Alla fine è approdato al cantautorato in italiano con un lavoro intitolato Aurelia allargata, dedicato alla strada statale n.1, che scorre sulla linea della consolare romana che giunge, lambendo tutta la costa tirrenica e ligure, al confine con la Francia; l’Aurelia che collega paesi e città, luogo a volte scomodo per il traffico e i pericoli che produce, ma altre volte simbolo di relazioni tra uomini e territori di cui porta la traccia come il solco di un indimenticabile vinile. Una serata molto interessante, vissuta sulle ali di una lunga esperienza e di un maturità raggiunta in tanti anni di musica e concerti: Pietro Sabatini, chitarrista di razza, intenso cantante, che canta con sguardo dolce e severo brani blues che raccontano asfalto e mare.
Secondo appuntamento di Folkest a Capodistria sabato, 8 luglio, alle 21.30, presso l'atrio di TV Koper – Capodistria con una produzione speciale di Folkest su Tina Modotti, considerata una delle più grandi fotografe dell'inizio del XX secolo, nonché una figura importante e controversa del comunismo e della fotografia mondiale. Opere della sua produzione fotografica sono conservate nei più importanti istituti e musei del mondo. Nicoletta Oscuro - voce, e Matteo Sgobino - voce e chitarra, hanno offerto nel recital Tina Modotti – Gli occhi e le mani, un flusso di parole e musica che scivolano tra le pieghe di una potente umanità. Lo spettacolo ripercorre le vicissitudini di Tina, dall’infanzia udinese fino alla morte in Messico, attraverso le emozioni e la fierezza, gli abbandoni e le incertezze, gli slanci febbrili e le delusioni di una vita vissuta senza sconti. Un viaggio intimo dove le parole, il canto e la musica, legata ai suoi luoghi e alle sue geografie, si fondono per ridisegnare un emotivo ritratto di donna. Una Tina Modotti inedita in un continuum narrativo e musicale.
Un Ron in forma, supportato da un gruppo di ottimi musicisti, ed un pubblico numeroso ed entusiasta, sono stati la degna conclusione della venticinquesima edizione di Folkest a Capodistria. Rosalino Cellamare, in arte Ron, è sbarcato a capodistria nell'ambito del suo "La forza di dire si tour 2017", che riprende il titolo del suo ultimo doppio CD di duetti, ristampato dopo la sua ultima partecipazione al Festival di Sanremo e contenente due inediti. Il debutto discografico avviene con il nome di battesimo, Rosalino, a 16 anni al Festival di Sanremo nel 1970. Seguono anni di impegno come cantante, attore, produttore, compositore e arrangiatore. In quest'ultima veste lavora al tour Banana Republic di Lucio Dalla e Franceso de Gregori e durante i concerti di fronte a centinaia di migliaia di spettatori nei più grandi stadi d'Italia si esibisce come solista. Collabora in maniera intensa con Lucio Dalla, assieme al quale compone una hit come Piazza Grande e al quale cede Attenti al lupo, un brano che incontra un successo strepitoso. Nel 1996 vince il Festival di Sanremo con “Vorrei incontrarti fra cent'anni” cantata in coppia con Tosca. Autore prolifico, ha alle spalle una trentina di album, alcuni di grande successo. Calca i palcoscenici ormai da un cinquantennio, ma è rimasto giovane nel corpo e nello spirito, aperto alle sfide di oggi e di domani.
Nel venticinquesimo anniversario di Folkest a Capodistria, prima dell'inizio del concerto di Ron, il sindaco di Capodistria ha attribuito un riconoscimento all'AIAS, Associazione Italiana Arte e Spettacolo, che è stato consegnato da vice-sindaco Alberto Scheriani.
Teresa De Sio è conosciuta per i suoi successi, per canzoni come “Voglia e’ turnà” e “Aumm Aumm”, per quel suo originale approccio al folk, per le sue prime esperienze in Musicanova con Eugenio Bennato. Da allora di anni ne sono passati e Teresa De Sio non ha mai smesso di cercare un’autonomia artistica, fino ad essere in tempi recenti autrice di romanzi per Einaudi, “Metti il diavolo a ballare” e “L’attentissima”, e con un terzo in arrivo.
Navigando nel suo sito si legge tra l’altro “stato mentale spericolata, stile musicale folk muscolare” il che è quanto di più vicino possa essere al suo carattere appassionato quando la conosci sul palco ma anche nella quieta del suo camerino dopo il concerto. Ed è proprio così che abbiamo avuto modo di conoscerla ed apprezzarla a Capodistria domenica 22 ottobre 2017 nella magnifica Sala San Francesco d’Assisi quale evento di chiusura della venticinquesima edizione di Folkest a Capodistria. Nell’occasione Teresa De Sio ha presentato il suo ultimo lavoro Teresa canta Pino.
Pino Daniele - ha dichiarato in occasione della presentazione del disco la De Sio - ne sarebbe rimasto meravigliato e soddisfatto, soprattutto dalla scelta dei brani e nell’approccio teatrale dato sia all’interpretazione sia agli arrangiamenti. Nondimeno alla copertina che ritrae il vis à vis di un gallo e gallina reali volevo che fosse così con due animali beneauguranti. Il gallo canta su tutti e la gallina gli tiene testa; questa è un’immagine molto intuitiva, potrà piacere o no, ma è smitizzante. Ci chiamavano il re e la regina”.
Anche questa edizione, che ha sempre avuto un grosso riscontro di pubblico, ricordiamolo, per la 25.esima volta a Capodistria, un vero giubileo, è organizzata dall'associazione AIAS di Capodistria ed è patrocinata dalla Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Capodistria, e si avvale del contributo finanziario del Comune Città di Capodistria e del Ministero della Cultura della Slovenia.