L'edizione del 2015 - AIAS Capodistria-Koper

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L'edizione del 2015

Folkest
L'edizione 2015 di Folkest, international folk festival, a Capodistria ha segnato un innegabile salto di qualità. Quattro concerti estremamente importanti che hanno visto alternarsi sui palcoscenici del capoluogo dell'Istria slovena altrettanti complessi di grande valore artistico: i New Trolls la Storia, Rudi Bučar con la sua Istrabend extralarge in Piazza Carpaccio, i piemontesi della Mesquia a Palazzo Gravisi-Buttorai e, dulcis in fundo,  Simone Cristicchi accompagnato dalla Mitteleuropa Orchestra diretta dal maestro Valter Sivilotti presso il Teatro cittadino,  hanno fatto dell'edizione 2015 una delle più significative delle 23 succedutesi a Capodistria in questo quasi quarto di secolo.
I New Trolls sono un gruppo musicale rock progressivo italiano. Fra le loro opere si trovano alcune delle pietre miliari del genere, come il celebre Concerto grosso per i New Trolls. Alla fine degli anni settanta la produzione del gruppo si è orientata verso sonorità più pop-rock, pur mantenendo alcune delle caratteristiche distintive del progressive come gli arrangiamenti elaborati, il virtuosismo tecnico delle esecuzioni e i cantati polifonici molto strutturati. Nico di Palo e Vittorio De Scalzi, carismatici musicisti e cantanti, che hanno contribuito fortemente al mito New Trolls, fin dalle origini (De Scalzi ne è infatti il fondatore), sono i leader di questo ottimo ensemble di musicisti che ripercorre la lunghissima carriera del gruppo tracciandone e segnandone la storia.
Nei circa dieci anni trascorsi dalla pubblicazione del suo primo disco, Rudi Bučar ha raggiunto una grande popolarità, vincendo le due più importanti rassegne canore slovene a Portorose e Lubiana e attirandosi l'attenzione della critica e dei media. I suoi concerti, grazie anche agli ottimi musicisti che lo accompagnano, hanno un grande impatto sul pubblico, grazie anche all'energia che li pervade. Usa indifferentemente lo sloveno o l'italiano ed è un grande talento, pronto per un grosso salto internazionale.
Nato nel 2011, il gruppo “La Mesquia” prende il nome da una danza della Valle Varaita, in cui si mescolano, a discrezione dei suonatori, diversi balli tradizionali, senza interruzione. L'intento è di rappresentare tutte le valli dell’arco alpino cuneese, con le loro rispettive caratteristiche musiche tradizionali, anche la Valle Ellero, di cui si erano perse le tracce della corenta, con il suo testo. Brani provenienti da ricerche sul campo si alternano a originali composizioni dei diversi componenti, con una forte identificazione nella cultura tradizionale, ma non rinunciando a una forte innovazione.
Il cantautore italiano Simone Cristicchi che in un Teatro cittadino di Capodistria gremito in ogni ordine di posti, ha voluto tributare un omaggio all'indimenticabile ed indimenticato cantautore di origine polese Sergio Endrigo di cui ricorre il decimo anniversario della scomparsa. Che Endrigo sia rimasto tale lo ha dimostrato un entusiasta pubblico capodistriano che per lunghi tratti dello spettacolo ha cantato le bellissime canzoni che Endrigo ci ha lasciato commuovendo, come egli stesso ci ha dichiarato, lo stesso Cristicchi. Il cantautore romano anche in questa occasione è stato accompagnato dalla Mitteleuropa Orchestra del Friuli Venezia Giulia diretta dal maestro Valter Sivilotti che ha curato anche gli arrangiamenti.
Simone Cristicchi, lo ricordiamo, giunse definitivamente alla notorietà vincendo la Targa Tenco nel 2006 come miglior album di esordio, raggiungendo il primo posto nel 2007 il Festival di Sanremo con la canzone "Ti regalerò una rosa" il cui testo è ispirato alla sua esperienza di volontario nel centro di igiene mentale di Roma.
Ma fu proprio con un argomento legato all’Istria che Cristicchi fece il grande balzo verso le prime pagine dei giornali: la tragedia dimenticata e nascosta dell’esodo istriano e delle foibe, poeticamente narrata nel suo "Magazzino 18", diretto da Antonio Calenda e prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. È uno spettacolo entrato ormai di diritto nella storia del teatro italiano, aprendo definitivamente a Simone le porte del mondo del teatro-canzone dove tutta la sua bravura e personalità vengono messe in luce.
È raro che un cantautore faccia l’interprete.
"Sono stato chiamato ad interpretare il repertorio di un altro cantautore, Sergio Endrigo, mio maestro artistico e umano.
Ho avuto l’onore di poter incidere un duetto con Sergio Endrigo nel mio primo album “Fabbricante di canzoni” il brano dal titolo “Questo è amore”. Così lo stesso Cristicchi ricorda come è nato questo progetto.  "Sono sempre stato legato alla sua figura di artista e di uomo, mi rivedo molto nella sua poliedricità, nel suo cambiare sempre pelle. Una sera a cena scherzando mi proposero di mettere su questo tributo: non presi sul serio subito la proposta, ma poi capii la reale importanza che questo progetto poteva avere e mi sono messo a studiare. Anche perché mi reputo più un narratore che un cantante".

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