L'edizione del 2016 - AIAS Capodistria-Koper

ASSOCIAZIONE ITALIANA ARTE E SPETTACOLO - CAPODISTRIA
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L'edizione del 2016

Folkest
Nei giorni di giovedì 7, venerdì 22 e sabato 23 luglio 2016 si è svolta a Capodistria la ventiquattresima edizione di Folkest, international folk festival.
Il giorno 7 luglio presso l’estivo di Palazzo Gravisi-Buttorai, sede della Comunità Italiana si è esibito il gruppo italiano Tama Trio accompagnato per l’occasione da Luigi Lai e Elena Ledda.
Il progetto TAMA Trio è l'incontro di tre strumentisti, Nando Citarella (tamburi a cornice e voce), Mauro Palmas (mandola e liuto cantabile) e Pietro Cernuto (ciaramedda a paru, friscalettu), che hanno incrociato le loro rispettive esperienze artistiche, dando vita ad un originale percorso di ricerca sonora che prende le mosse dalle tradizioni musicali del Sud Italia per toccare ora la canzone d’autore, ora i suoni speziati del Mediterraneo. Le eleganti trame sonore intessute dal liuto cantabile e dalla mandola di Mauro Palmas, i suoni antichi degli aerofoni di Pietro Cernuto ed il ritmo percussivo dei tamburi a cornice di Nando Citarella, hanno condotto il pubblico di Capodistria in un suggestivo viaggio sonoro "a voce, a corde, a pizzico, a fiato e a percussione" tutto giocato sugli intrecci tra le tradizioni dell'Italia Meridionale con la tradizione partenopea che si stringe in uri abbraccio a quella sarda e poi ancora a quella siciliana. Ma tutto questo è stato arricchito dalla presenza sul palco di Luigi Lai, uno degli ultimi cultori sardi dell’antica arte delle LAUNEDDAS e dalla “VOCE” della Sardegna, come viene definita Elena Ledda. Le launeddas sono uno strumento musicale a fiato policalamo ad ancia battente, originario della Sardegna. È uno strumento di origini antichissime in grado di produrre polifonia, è suonato con la tecnica della respirazione circolare ed è costruito utilizzando diversi tipi di canne.

Il giorno 22 luglio, in piazza Carpaccio, in occasione della Giornata Olimpica in Slovenia si sono esibiti i brasiliani Roda Do Cavaco.
Roda do Cavaco si offre al pubblico come una pagoda ricca di travolgenti e divertenti strumenti ritmici, come tantã, rebolo, pandeiro, ai quali si aggiungono le corde del cavacobanjo e cavaquinho. Le composizioni originali del gruppo si fondono con elementi che provengono dai lavori di Zeca Pagodinho, Grupo Fundo de Quintal, Paulinho da Viola. Divertenti ritmi e magiche atmosfere sorretti da una straordinaria energia sono garantiti. Roda do Cavaco rappresenta un ponte di creatività tra San Paolo, Rio e Parigi, per la delizia di un pubblico di fan che sta crescendo di anno in anno.  

Il giorno 23 luglio sempre in piazza Carpaccio è stata la volta dei napoletani James Senese Napoli Centrale.
James Senese è un artista che non ha bisogno di presentazioni: la sua musica, la sua storia personale, lo fanno per lui. In quasi cinquant’anni di musica, ha attraversato trasversalmente la canzone italiana, il funk-jazz, il rock. Quest'anno è uscito il suo nuovo disco “O’ Sanghe”, un nuovo orizzonte su cui si volge lo sguardo del sassofonista partenopeo: al suo interno tutti i riferimenti artistici che hanno fatto grande la sua musica, con una rinnovata carica espressiva. Funk, blues, venature jazz, e tanto mediterraneo, tanta Napoli nelle melodie, nelle storie raccontate; vita, lavoro, lotte quotidiane per la sopravvivenza, amore, fede. A settant’anni compiuti, James Senese si conferma come un artista senza tempo, con una riconoscibilità immediata, grazie anche ai musicisti con i quali collabora da anni, da Ernesto Vitolo a Gigi De Rienzo (suoi gli arrangiamenti e la produzione artistica dell’intero disco) a Fredy Malfi alla batteria. Da segnalare la presenza, dopo oltre vent’anni, di Franco Del Prete, lo storico batterista di Napoli Centrale, che ha collaborato ad alcuni dei testi del disco ed è stato presente come ospite durante il tour.
Ancora una volta la risposta del pubblico è stata notevole ed i tre concerti sono stati seguiti ed apprezzati da un numero molto consistente di persone e soprattutto accompagnati dall’apprezzamento della critica specializzata

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